Tamoxifene: riduzione degli effetti collaterali

Tamoxifene: riduzione degli effetti collaterali

Il Tamoxifene viene metabolizzato prevalentemente tramite il CYP3A4 in N-desmetil-tamoxifene, che viene ulteriormente metabolizzato dal CYP2D6 dando origine ad un altro metabolita attivo, l’endoxifene. Nelle pazienti con carenza dell’enzima CYP2D6 le concentrazioni di endoxifene sono all’incirca del 75% più basse che nelle pazienti con una normale attività del CYP2D6. La somministrazione di forti inibitori del CYP2D6 riduce i livelli dell’endoxifene circolante in misura analoga. I dati clinici disponibili indicano che le pazienti omozigote per gli alleli non funzionali del CYP2D6 possono presentare un minore effetto di tamoxifene nel trattamento del carcinoma della mammella. Inoltre le pazienti in trattamento con tamoxifene o che abbiano assunto il farmaco precedentemente e che presentino sanguinamento vaginale anomalo devono essere sottoposte a controlli immediati. Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Quali effetti collaterali ha l’assunzione di tamoxifene?

«La conferma dell’efficacia e sicurezza del tamoxifene a basse dosi apre la strada a un cambiamento della pratica clinica – afferma Bonanni -. Alla luce dei dati a cinque anni e di quelli attuali a oltre dieci anni, ormai siamo fortemente portati a consigliare di protrarre il trattamento solo per tre anni, cosa che oltretutto risulta molto più accettabile per le pazienti. L’accettabilità della prevenzione da parte delle pazienti è sempre stata molto relativa, c’è sempre stata una ritrosia di concetto ma anche paura degli effetti collaterali. L’aver dimostrato che basta un periodo di assunzione relativamente breve, con effetti collaterali limitati molto accettabili, è davvero importante per motivare ancora di più le donne a seguire questa cura preventiva». Il tamoxifene è un inibitore del recettore degli estrogeni ed è usato già da quarant’anni per la farmacoprevenzione (ossia la prevenzione con un farmaco) del tumore della mammella. Più precisamente, viene usato per impedire che il tumore si riformi nelle pazienti già curate (prevenzione secondaria) e per ridurre il rischio che il tumore si formi per la prima volta in donne che hanno una predisposizione ereditaria (prevenzione primaria).

Lupus eritematoso cutaneo è stato osservato molto raramente in pazienti trattate con tamoxifene. In letteratura è stato dimostrato che i metabolizzatori lenti di CYP2D6 presentano un livello plasmatico più basso di endoxifene, uno dei più importanti metaboliti attivi di tamoxifene (vedere paragrafo 5.2). A livello di terapie farmacologiche, i trattamenti più efficaci, benché limitatamente, per contrastare gli effetti collaterali sono anti-ipertensivi, antidepressivi; come rimedi naturali, invece, si ricorda l’agopuntura.

Le pazienti devono evitare gravidanze prima di 6 mesi dalla sospensione della terapia con TMX. Il tamoxifene (C26H29NO)è un farmaco che appartiene alla classe degli antiestrogeni non steroidei; è un derivato del trifeniletilene, precursore anche del più utilizzato clomifene citrato. La condizione di polimorfismo di CYP2D6 può essere associata ad una variabilità della risposta clinica al tamoxifene. Le conseguenze delle evidenze per il trattamento dei metabolizzatori lenti di CYP2D6 non sono state pienamente analizzate (vedi paragrafi 4.4, 4.5 e 5.2).

  • La somministrazione di forti inibitori di CYP2D6 riduce i livelli dell’endoxifene circolante in misura analoga.
  • La possibilità di eventi avversi gravi nei lattanti indica che l’allattamento deve essere interrotto durante la terapia con tamoxifene.
  • Questo rischio può essere più elevato nelle donne che hanno altri fattori di rischio per il diabete.
  • Tuttavia, essendo classificati come farmaci di fascia A, il loro costo può essere rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), interamente o parzialmente, a seconda dei casi (può essere necessario il pagamento di un ticket).

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La somministrazione di forti inibitori di CYP2D6 riduce i livelli dell’endoxifene circolante in misura analoga. Embolia polmonare (tasso di incidenza per 1000 anni/donna pari a 0,75 nel gruppo delle donne trattate contro 0,25 nel gruppo di controllo). Quando il tamoxifene è somministrato in associazione con farmaci citotossici, per il trattamento del cancro al seno, si può verificare un maggior rischio di episodi tromboembolici. L’impiego del tamoxifene in pazienti sottoposte a terapia con anticoagulanti tipo dicumarolico può aumentare significativamente l’attività anticoagulante, aumentando il rischio di emorragia; è consigliabile in questo caso uno stretto monitoraggio degli indici di coagulazione.

Nelle donne in trattamento con tamoxifene sono stati raramente osservati polipi della vagina. In conclusione, è importante tenere conto anche degli effetti collaterali prima di prescrivere la terapia ormonale alla singola paziente ed è altresì importante che la paziente si confronti periodicamente con l’oncologo. Solo un piccolo numero di pazienti è stato esposto a tamoxifene in corso di gravidanza. Non è stato riportato che tale esposizione abbia causato una successiva adenosi vaginale o carcinoma a cellule chiare della vagina o della cervice nelle donne giovani che avevano subito l’esposizione a tamoxifene nella vita intrauterina. Le consiglierei di ottimizzare la gestione dei sintomi legati alla difficoltà circolatoria causata dalle varici, mantenendosi fisicamente attiva e utilizzando creme flebotoniche e rinfrescanti (può chiedere consiglio in farmacia).

Innanzitutto, come accennato, il Tamoxifene può causare una serie di effetti collaterali che possono essere difficili da gestire per alcune donne. Inoltre, alcune pazienti possono sviluppare una resistenza al Tamoxifene nel corso https://taytaymerch.com/2025/03/19/testosterone-undecanoato-un-approfondimento-sulle/ del tempo, rendendo il farmaco meno efficace. Inoltre, il tamoxifene è impiegato nella prevenzione del tumore al seno in donne ad alto rischio di sviluppare la malattia. La sua azione preventiva è stata dimostrata in numerosi studi clinici che hanno evidenziato una riduzione significativa dell’incidenza di tumori estrogeno-dipendenti.

Le compresse devono essere deglutite intere con un po’ d’acqua, preferibilmente ogni giorno alla stessa ora.

Il tamoxifene è un farmaco orale che viene assunto una volta al giorno, generalmente per cinque anni. Viene utilizzato per trattare sia le donne in pre-menopausa che quelle in post-menopausa. Il tamoxifene è anche utilizzato per ridurre il rischio di sviluppare cancro al seno nelle donne ad alto rischio. Il tamoxifene agisce legandosi ai recettori degli estrogeni presenti nelle cellule tumorali, impedendo così agli estrogeni di legarsi a questi recettori. Questo blocca l’azione degli estrogeni, che non possono più stimolare la crescita delle cellule tumorali. Il tamoxifene può anche prevenire la formazione di nuovi tumori in altre parti del corpo.

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